Le mie letture di Gennaio

by - febbraio 18, 2020


Il primo mese del 2020 è stato molto proficuo per le letture. Il bilancio è più che positivo, sia per le ottime letture sia per essere riuscita a leggere i libri acquistati lo scorso anno.
Quest'anno mi sono imposta pochi obiettivi, ma decisivi. Il primo (e il più importante) è quello di smaltire i libri acquistati negli anni passati e non ancora letti. Infatti molto spesso attratta da sconti o libri usati ho riempito inesorabilmente lo scaffale dei libri da leggere. Sono ormai anni che ho sempre una trentina di libri in attesa e ho realizzato lo scorso anno che questo mi porta a non avere la mente leggera quando entro in libreria e sono restia ad acquistare qualche nuovo ( o vecchio) libro che mi colpisce sul momento.
L'altro obiettivo del 2020 è quello di leggere molto più la no fiction, perché reputo che sia estremamente necessaria per informarsi in maniera più completa rispetto ad una rivista o al telegiornale e anche perché ultimamente mi sono sentita satura di storie romanzate.


Gli occhiali d'oro 

⭐⭐⭐⭐⭐, dopo anni dal colpo di fulmine con "Il giardino dei Finzi Contini" ho ripreso in mano Bassani e non ha deluso. Poche pagine per una storia intensa e un personaggio indimenticabile.

Attraverso il racconto del narratore, un ragazzo ventenne, conosciamo il dottor Fadigati. Trasferitosi a Ferrara, il dottore era stato da subito ben voluto e apprezzato dalla borghesia cittadina. Anche la sua presunta omosessualità, nonostante fosse una voce insistente nella città di Ferrara, non era motivo di esclusione sociale perché tenuta nel più grande riserbo dal dottore. Finché Fadigati non scandalizza la città intera con una relazione pubblica con un compagno di università del narratore.

Accanto a questi avvenimenti, c’è la Storia dell’Italia con l’avvicinarsi del Duce a Hitler tradotto in un inasprimento dell’opinione pubblica verso gli italiani di origini ebraiche. Il giovane narratore si sente sempre più isolato e diverso dagli altri suoi conoscenti, e non sposa la convinzione del padre e del suo amico sull'impossibilità dell’arrivo delle leggi razziali in Italia.

C’è quindi una sorta di comunione tra Fadigati, omosessuale emarginato, e il narratore ma è il dottore depresso a ricordare come la loro sia una situazione opposta: 


“Caro Amico, se essere quello che è la rende tanto più umano (non si troverebbe qui in mia compagnia, altrimenti!), perché rifiuta, perché si ribella? Il mio caso è diverso, l’opposto esatto del suo. Dopo ciò che è accaduto l’estate scorsa non mi riesce più di tollerarmi.”

Un romanzo breve che fa riflettere sull'animo umano e appare tristemente attuale in alcune descrizioni e opinioni sul panorama politico fascista.




Sapiens. Da animali a dèi 


⭐⭐⭐ il mio saggio del mese. Divorato nella prima parte per poi faticare un po' nella parte centrale, è comunque un libro interessante e molto scorrevole.


"Sei milioni di anni fa, un'unica scimmia femmina ebbe due figlie. Una fu la progenitrice di tutti gli scimpanzé, l'altra la nostra" con questa frase inizia il viaggio nella storia alla scoperta dell'homo sapiens. "


Harari, attraverso una prosa chiara infarcita di esempi semplici e concetti spesso reiterati, racconta le origini e la storia della nostra specie. 
Fa riflettere quando ci ricorda che il sapiens è l'unica specie di essere umano attualmente esistente, ma non è sempre stato così.


Giudica insistendo sulla pericolosità dell'essere umano e ne sottolinea la crudeltà rivolta ai suoi simili e alle altre specie animali.
Molto spesso sfata anche dei miti e delle certezze, come il fatto che la vita da cacciatore/raccoglitore non fosse più dura della vita da agricoltore, anzi era più libera e più sana!
Offre una visione storica su eventi, che presi da una distanza oggettiva non sembrano, a suo dire, così catastrofici ( ad esempio giudica il ritiro britannico dall'India come un esempio di pace e ordine).

Quello che emerge è quindi un saggio estremamente divulgativo, chiaro e semplice adatto a qualsiasi tipo di lettore anche (e soprattutto) a digiuno di storia.
Allo stesso tempo è anche evidente il punto di vista e il pensiero di Harari su molti aspetti della nostra vita contemporanea, rendendo questo saggio molto personale.


Company Parade 

⭐⭐ avevo grandi aspettative che sono state disattese. Qualcosa mi è piaciuto, molto altro no.
Purtroppo il primo libro dell'anno è stato una delusione.

Ho acquistato convinta trattasse del mondo editoriale e pubblicitario negli anni 20 del 900' e della lotta della protagonista in questo mondo maschile.
Ma tutto ciò è molto accennato, mentre l'autrice si concentra molto sul matrimonio della protagonista e su vari altri personaggi.
Non mi aspettavo infatti un romanzo corale in cui sono presenti vari narratori.

Ho trovato questo libro freddo e confusionario nella trama. Nella prefazione, l'autrice stessa ammette le debolezze del romanzo essendo il primo di una saga in cui ha deciso di delineare i personaggi principali.

L'unica nota positiva è l'enorme lavoro di caratterizzazione di Hervey, un personaggio femminile complesso ed estremamente sfaccettato.

L'architettrice 


⭐⭐⭐⭐ splendido e coinvolgente romanzo storico che mi ha permesso di conoscere un'artista dimenticata.


L'architettrice di Melania Mazzucco è un romanzo storico che ha il grande valore di far conoscere questa straordinaria figura femminile per troppo tempo dimenticata. Plautilla Bricci (o Briccia), pittrice, ma soprattutto prima architetta della storia moderna.

Con una grandissima cura dei dettagli, avvenimenti, curiosità storiche e personaggi realmente esistiti, questo libro può essere considerato una commistione di saggio storico e romanzo. Infatti con le poche informazioni ritrovate dall'autrice, sulla vita e le opere di Plautilla, ha tessuto una trama romanzata dell'artista dimenticata.

Plautilla è la figlia di Giovanni Briccio: pittore, drammaturgo, scrittore, un “genio” dell’epoca, apprezzato e riconosciuto dai suoi contemporanei, ma costantemente povero. Lui, la forma e la educa quasi plasmandola a sua immagine e somiglianza, donandole la possibilità di avere una carriera come pittrice. Ho amato molto la relazione tra padre e figlia, e il personaggio del Briccio visto attraverso gli occhi della figlia è una figura carismatica e complessa.

L’altro uomo della vita di Plautilla, senza dimenticare l’amato fratello, sarà però Elpidio Benedetti, abate fedelissimo di Mazzarino. Insieme riusciranno ad emergere in una Roma ricca di intrighi e macchinazioni e il loro rapporto si trasformerà molte volte durante la loro vita.
Probabilmente questo rapporto è l’aspetto che ho apprezzato meno del libro, nonostante io ami alla follia le storie impossibili e gli amori celati al mondo.

Ho trovato interessante anche gli intermezzi tra le varie parti del romanzo, dedicate alla semi distruzione dell’opera architettonica di Plautilla “Il Vascello” durante l’assedio di Roma nel 1849.

 Un libro che mi ha arricchita regalandomi molte informazioni che prima non conoscevo, ma soprattutto facendomi conoscere le opere di un’artista ingiustamente dimenticata. 

I fratelli Michelangelo 


⭐⭐⭐⭐ colpita dalla trama mi ha spiazzato per lo stile di scrittura.

I fratelli Michelangelo è un romanzo che ne racchiude cinque diversi.

La trama è semplice e accattivante: Antonio Michelangelo, artista famoso e ingegnere, invia ai suoi figli una lettera in cui chiede di presentarsi in un dato giorno nella sua tenuta in Toscana. Antonio Michelangelo è padre di cinque figli, ma ne ha allevati e cresciuti solo due. Il più piccolo addirittura scopre di essere suo figlio proprio con l’arrivo della lettera.

Il romanzo è strutturato con capitoli ambientati nel presente, in cui si narra il viaggio e l’arrivo dei quattro figli (la più grande non si presenterà, ma sarà presente nelle back story di due fratelli) al paese e capitoli in cui vengono svelate le storie della vita di ogni figlio. Enrico, insegnate di giorno e aspirante scrittore con una fissazione per le donne; Louis, in cerca di fortuna e successo in Oriente; Cristina, un’artista emergente schiacciata dall'incertezza e dalla voglia di emergere e Rudra, enigmatico e disinteressato al mondo.

Ricco di dialoghi e monologhi (anche pagine e pagine) e pochissime descrizioni con un uso notevolissimo della lingua e dei vari piani temporali. In particolare mi ha incredibilmente soddisfatto il racconto/monologo di Cristina che dischiude la sua vita non in maniera cronologia, ma andando avanti e in dietro nel tempo così che solo alla fine si ha il quadro completo.

Nonostante la mia personale confusione iniziale e una leggera fatica finale, l’ho trovato un romanzo interessante e coinvolgente. Ho particolarmente apprezzato anche il finale intelligente e l’intenzionale mancanza di risoluzione di alcuni piccoli misteri della trama.


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