Con estremo
ritardo eccomi a compilare i preferiti di questi due mesi passati.
Febbraio è stato un mese divertente a cui ora guardo con nostalgia. Per me poi è sinonimo di Sanremo, di cui sono appassionata fin da piccola! In realtà era da molti anni che non seguivo il programma per intero, ma quest’anno mi ha letteralmente risucchiato con tanto di pagelle e voti!
Marzo, come tutti ben sappiamo, è stato letteralmente stravolto. La quarantena si è imposta nelle nostre vite, con il carico di ansia per la paura del contagio per me e soprattutto per le persone vicine. Ho avuto qualche giorno di assestamento in cui non ho fatto molto, per poi riprendere una routine il più possibile vicina alla normalità .
Marzo, come tutti ben sappiamo, è stato letteralmente stravolto. La quarantena si è imposta nelle nostre vite, con il carico di ansia per la paura del contagio per me e soprattutto per le persone vicine. Ho avuto qualche giorno di assestamento in cui non ho fatto molto, per poi riprendere una routine il più possibile vicina alla normalità .
Ma andiamo con ordine:
Un libro di febbraio: La terra dei Gelsomini
La terra dei gelsomini è un romanzo storico ambientato in Medio Oriente durante l’occupazione occidentale (inglese e francese) a seguito della dissoluzione dell’impero ottomano. Attraverso la vita quotidiana di cinque famiglie e personaggi storici realmente esistiti, l’autore racconta con chiarezza il danno perpetuato dall'Occidente in queste terre trasformate in un campo di battaglia permanente.
Lo stile
dell’autore è semplice e diretto, con bravura riesce a caratterizzare un numero
elevato di personaggi alle prese con la vita quotidiana, ma coscienti della
trasformazione in atto nelle loro terre. Accanto a parti romanzate, l’autore
cita documenti e carteggi storici come la lettera di Churchill in cui dichiara
«Non capisco perché fare tanto gli schizzinosi riguardo l’uso del gas. Sono
fortemente a favore dell’impiego di gas velenosi contro tribù non civilizzate».
Un libro
avvincente e necessario per chi ha voglia di conoscere più dettagliatamente le
radici del Medio Oriente contemporaneo e la vergognosa condotta dei paesi
occidentali durante (e dopo) il colonialismo.
Una serie di febbraio: High Fidelity
High
Fidelity è il nuovo adattamento del famosissimo libro omonimo di Nick Hornby
Alta Fedeltà . Il romanzo era già stato adattato come film nel 2000 con John
Cusack, ma ora in veste di serie tv ha come protagonista indiscussa Zoë Kravitz.
Infatti la novità più clamorosa è il gender swapping: Rob è una proprietaria di
un negozio di dischi alle prese con la fine di una relazione e passa la sua esistenza
a compilare mentalmente (e con i suoi amici) varie liste. Lo show è
contemporaneo, ma senza dimenticare la musica adorata dal Rob del romanzo.
Musica di febbraio: Sanremo 2020
Molte le canzoni
che ho apprezzato in questa edizione, dal vincitore Diodato di cui ho amato
profondamente due anni fa “Adesso”, per passare ad Andromeda di Elodie, a Tormento
sia con Eden, ma anche con il duetto con la Rappresentante di Lista che mi ha
fatto rivivere la mia adolescenza emo/dark in cui ascoltavo ossessivamente gli
Evanescence! Mi ha divertito Achille Lauro, anche se sono sempre un po’
perplessa da quello che qualcuno (non io, o forse sì!) potrebbe definire queer
baiting, ma spegnendo il cervello e cercando di non vedere dietrologie ho
apprezzato molto l’esibizione e anche la canzone. Anche Levante che seguo assiduamente
da anni, mi è piaciuta molto.
Una serie
italiana ben fatta disponibile su Amazon Prime Video e originale nel soggetto: finalmente si parla di moda e in
particolare di storia della moda. Essendo una delle eccellenze italiane la storia
della moda dovrebbe essere conosciuta da tutti gli italiani e soprattutto non dovrebbe
essere relegata a qualcosa di frivolo e poco importante. Per chi fosse
interessato a saperne di più ho scritto su Telefilm-Central: 5 motivi pervedere la serie TV sulla moda italiana
Con grandi aspettative
ho finalmente visto questo film e devo ammettere che non mi ha deluso. Anzi!
Un
bellissimo film curato nei minimi dettagli nella regia, fotografia, costumi e
recitazione. Con quattro attrici donne sole nella scena, Céline Sciamma ha
costruito un quadro in movimento dedicato alla figura e alla bravura di Adèle
Haenel. Un film delicato, ma allo stesso tempo potente: è insolito vedere un
film in cui non ci sono uomini né davanti e né dietro lo schermo con una totale
assenza del male gaze.
Un articolo di marzo: The Difference Between Worry, Stress and Anxiety
Interessante
questo breve articolo del The New York Times in cui con parole semplici l’autore
distingue e consiglia rimedi sulla preoccupazione, lo stress e l’ansia.